Assunzioni nella fabbrica della rinascita
IL RISCATTO INDUSTRIALE
Bussi cambia volto. Altri posti di lavoro nella Scb che investe 25 milioni su un nuovo impianto per produrre disinquinanti
di Lorenzo Colantonio e Walter Teti
Nasce il modello Bussi che sa di miracolo se si mettono a confronto il passato e la nuova vita del sito industriale. Dalla discarica dei veleni alla fabbrica di innovazione tecnologica nel campo ambientale. Un’azienda
dove l’uso ecologico di sostanze, come cloro e idrogeno, ha già permesso l’assunzione di 120 operai che potrebbero diventare 500 se il processo di reindustrializzazione andrà avanti con questo ritmo.
APPELLO ALLA BONIFICA.
La Società Chimica Bussi (Scb), che ha rilevato nel 2016 l’industria nata un secolo fa, passata indenne attraverso due guerre ma colpita a morte dalla bufera giudiziaria sui veleni sotterrati,
ha già investito 35 milioni di euro, e ne spenderà altri 25 per cancellare totalmente il marchio legato al passato. Ma ieri, nel giorno del taglio del
nastro di un nuovo impianto che produrrà disinquinanti, è partito l’ennesimo appello alla politica per sbloccare finalmente la bonifica ambientale dei terreni circostanti.
ORA L’IDROGENO.
Davanti a figure istituzionali come il presidente del Consiglio regionale,
Lorenzo Sospiri, l’assessore alle Attività produttive Mauro Febbo, il direttore generale della Regione, Barbara Morgante, il consigliere d’opposizione Giovanni Legnini e di maggioranza, Vincenzo D’Incecco, e tra gli altri Francesco Chiavaroli, direttore dell’Arta, e il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta, il presidente di Scb, Domenico Greco, ha spiegato come Bussi e l’Abruzzo oggi guardano al futuro esportando tecnologia, producendo disinquinanti e anche l’energia elettrica necessaria per far funzionare i propri impianti. Ed ha poi annunciato, Greco, progetti molto ambiziosi come la produzione di idrogeno per la mobilità o cloro
LA TRASFORMAZIONE.
Girando tra i vecchi capannoni accanto ai quali sorgono e sorgeranno i nuovi, si ha la conferma di come Bussi stia cambiando, correndo verso il futuro molto più velocemente di grandi fabbriche concorrenti.
«Cent’anni anni fa Bussi Officine era già avanti di due secoli, e oggi continua ad esserlo», commenta Sospiri che riceve pubblicamente i ringraziamenti di Greco: «Ora la Regione ci ascolta» afferma il manager della chimica pulita.
SI PARTE TRA POCO.
L’impianto inaugurato ieri, che inizierà la sua attività nei primi mesi del 2020, produrrà clorito di sodio, un potente ossidante, utilizzato nella disinfezione e potabilizzazione dell’acqua da residui di ioni metallici e da idrocarburi alogenati, responsabili dei cattivi odori, nell’utilizzo del lavaggio di frutta e verdura, con effetto funghicida, antimuffa ed anche come candeggina tessile. «Stiamo proseguendo in un percorso di sviluppo all’insegna della responsabilità ambientale», ha sottolineato Greco, «restituendo competitività e prospettive a un polo chimico di rilevanza internazionale e dimostrando come sia possibile rilanciare gli storici siti industriali
facendo impresa in modo sostenibile e innovativo».
ACQUE CHIARE.
Dopo un giro in pullman nello stabilimento, attraversato dal fiume Tirino le cui acque appaiono limpide, si è svolta l’inaugurazione.
«L’energia elettrica e termica necessaria al nuovo impianto di clorito di sodio», ha spiegato il direttore di Scb, Giuseppe Buzzi, «verrà autoprodotta da un nuovo impianto di “trigenerazione ad alta efficienza”, un
ulteriore tassello che concorre a realizzare l’obiettivo della sostenibilità ambientale di tutte le nostre produzioni».
PARLA MARSILIO.
L’investimento di 25 milioni di euro di questa fase tre, e la pianificazione operativa, prevede di completare la costruzione e assumere altre 25 nuove unità lavorative entro dicembre 2019, avviandone la sua produzione a regime nel primo trimestre«Finalmente si comincia a sentire parlare di Bussi non in maniera negativa ma con uno sguardo ambientalista positivo e proteso verso il futuro», afferma il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, che ieri non è potuto essere presente all’inaugurazione. «Le tre parole che sono state ribadite dai vertici di Scb, responsabilità, sostenibilità e innovazione », ha però tenuto a dire, «rappresentano un forte segnale di cambiamento. Le mie congratulazioni all’intero management che ha saputo trasformare un importante luogo d’Abruzzo, in passato conosciuto per i veleni, in un impianto tecnologicamente avanzato capace anche di generare nuova occupazione. La Regione», ha concluso il presidente, «sosterrà con il proprio impegno istituzionale ogni progetto teso a migliorare ambiente e qualità della vita»
DA ESPORTARE.
Rigorosamente protetti da caschetti bianchi, gli operai hanno infine applaudito Febbo che tagliava il nastro. «Società Chimica Bussi sta concretamente creando le premesse per rilanciare questo importantissimo stabilimento », ha commentato l’assessore subito dopo, «è il riscatto di questo territorio. La Regione è stata sempre presente e continuerà ad affiancare le iniziative del sito chimico abruzzese». E Greco ha concluso: «Nel prossimi cinque anni ci concentreremo nel pianificare l’ulteriore sviluppo industriale e occupazionale valutando la possibile estensione dell’applicazione della “strategia a impatto” a progetti di rilancio di altri siti di produzione chimica nel nostro Paese». Il modello Bussi è già pronto per essere esportato al Nord.
di Lorenzo Colantonio e Walter Teti ◗ BUSSI SUL TIRINO
Il Centro 3/10/2019